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16° Congresso Aiaf, Assiom e Atic Forex - Napoli 2010

 
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Draghi al Forex chiede un governo economico più forte per la Ue

dall'inviato Piero Fornara

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13 febbraio 2010
Il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi parla al Forex, il congresso degli operatori finanziari in corso a Napoli. (EPA/Ciro Fusco)

Per il governatore della Banca d'Italia l'euro «è saldo», ma la Grecia deve risanare il bilancio «con determinazione». Sull'Italia: «Stiamo uscendo dalla crisi con una crescita ai minimi europei, a rischio consumi e Pil»

NAPOLI – La situazione economica italiana ed internazionale, il punto sullo scenario macroeconomico, con un riferimento alle previsioni dell'economia italiana, oltre a un focus sulla finanza e sulle banche, ma anche una panoramica sugli sviluppi dei mercati: ecco i temi che il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi ha affrontato nel suo atteso intervento alla 16ma edizione del congresso delle associazioni Aiaf e Assiom Forex, tradizionale appuntamento e principale occasione di confronto tra gli operatori della finanza e le istituzioni, quest'anno organizzato dal Banco di Napoli nei padiglioni della Mostra d'Oltremare della città partenopea.

La difesa dell'euro. «L'euro è saldo» ha affermato Draghi in un passaggio significativo della sua relazione al Forex, mettendo in evidenza come «occorre che nell'Unione europea di formi la volontà comune di estendere alle strutture economiche e alle riforme di cui necessitano, la stessa attenta verifica, lo stesso energico impulso che sono stati esercitati negli ultimi anni sui bilanci pubblici». «Dieci anni fa – ha ricordato Draghi – all'avvio della moneta unica si levarono voci a richiedere anche un governo economico dell'Unione; furono sovrastate dai cori entusiasti che celebravano la meta raggiunta insieme all'impegno a resistere a ogni ulteriore integrazione».

Nel nostro Paese «lo scorso anno il prodotto interno lordo è diminui di quasi il 5 per cento». Per il governatore della Banca d'Italia «stiamo uscendo dalla crisi con un tasso di crescita basso, ai minimi europei» . Le banche italiane sono ben attrezzate per fronteggiare lo scenario internazionale, ma le modifiche regolamentari proposte dal Comtato di Basilea richiederanno «adegamenti non trascurabili». Occorre - afferma ancora «che nell'Unione europea si formi la volontà comune di estendere alle struttura economiche e alle riforme di cui necessitano, la stessa attenta verifica, lo stesso energico impulso, che sono stati esercitati negli anni sui bilanci pubblici». Chiaramente »una crisi che produce instabilità finanziaria mondiale colpisce le economie dell'area con intensità diversa a seconda delle strutture su cui poggiano». L'integrazione europea – ha proseguito il governatore – ha portato stabilità dei prezzi e, fino alla crisi, efficace controllo sui deficit pubblici. Invece, «una crescita sostenuta é base di benessere ed é presupposto della stabilità finanziaria per un Paese ad alto debito pubblico come l'Italia». Il livello attuale dei tassi ufficiali nell'area Euro «resta adeguato: non emergono rischi di inflazione nel medio termine» ha detto Draghi, ricordando che «proseguono le operazioni dell'Eurosistema.

Alla fine dello scorso anno vi erano in Italia oltre 600 mila occupati in meno
rispetto al massimo del luglio 2008. La quota di popolazione potenzialmente attiva che è al momento forzatamente inoperosa è elevata e crescente. Finchè la flessione dell'occupazione non s'inverte permane il rischio di ripercussioni sui flessione dell'occupazione non s'inverte permane il rischio di ripercussioni sui consumi, quindi sul Pil».

Il credito a famiglie e imprese. «L'espansione dei crediti alle famiglie – ha aggiunto Draghi – è invece continuata, a ritmi dell'ordine del 3% sui dodici mesi». Il governatore ha anche posto l'accento sul fatto che «i nuovi prestiti per l'acquisto di abitazioni vengono concessi prevalentemente a tasso variabile: occorre – ha sottolineato – e i contraenti siano avvertiti del rischio che corrono in caso di aumenti di tasso». Draghi ha comunque aggiunto che secondo le indagini più recenti presso le banche, «vi è una modesta ripresa della domanda di finanziamenti da parte delle imprese» e che quelle impegnate in processi di adeguamento tecnologico e di internazionalizzazione «meritano maggiore attenzione». Comuque al momento nessuna banca italiana si trova in condizioni di mamcanza di liquidità.

«Le operazioni di rimpatrio dei capitali in regime di "scudo fiscale" devono essere attentamente esaminate dagli intermediari, al fine di individuare e segnalare operazioni sospettabili di riciclaggio». Finora «sono giunte poco più di 50 segnalazioni di possibili reati connessi con operazioni di emersione di disponibilità all'estero». Un numero esiguo» quello delle segnalazioni da parte delle banche su capitali rientrati con lo scudo fiscale che potrebbero derivare da operazioni di riciclaggio.

Le banche italiane, che partono da una situazione migliore di altri sistemi per la qualità del patrimonio, devono impiegare gli utili conseguiti «prioritariamente nel rafforzamento patrimoniale». Gli utili realizzati dalle banche italiane devono essere «prioritariamente impiegati nel rafforzamento patrimoniale». Il governatore segnala come l'impatto più rilevante dalle nuove regole derivi «dalla proposta di dedurre dal patrimonio le attività per imposte anticipate» e per questo «lo studio di impatto consentirà di valutare opzioni alternative come quella di dedurre solo parzialmente tali attività per attenuare le distorsioni competitive» dei diversi trattamenti fiscali nazionali.

  CONTINUA ...»

13 febbraio 2010
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